Sant'Antonino martire
Etimologia: Antonino (come Antonio) = nato prima, o che fa fronte ai
suoi avversari, dal greco
Le fonti per lo studio della vita di Antonino sono relativamente tarde: il più
antico documento che si conosca, conservato nell'Archivio della basilica dedicata a
Sant'Antonino in Piacenza, è il Gesta Sanctorum Antonini, Victoris, Opilii et
Gregorii PP. X, che risale alla fine del IX o agli inizi del X secolo, e che narra
abbastanza sobriamente la storia della sua vita e delle sue reliquie. Gli studiosi
posteriori hanno attinto a questa fonte cercando di accertarne, per quanto possibile,
i dati.
È indubitata l'esistenza del santo, già ricordato da Vittricio di Rouen nel suo
De laude Sanctorum, della fine del secolo quarto, e nel Martirologio Geronimiano.
Incerte storicamente sono le circostanze della vita di Antonino; ignoto il paese
di origine, ma la leggenda vuole che appartenesse alla legione tebea i cui membri
provenivano dalle lontane presso Alessandria d'Egitto ove aveva operato Sant'
Antonio
La tradizione racconta come il giovane soldato, e forse centurione, della legione che
si trovava a St. Maurice nel Vallese, convertitosi al cristianesimo abbia abbandonato
i suoi amici legionari, varcato le Alpi, e diffuso il cristianesimo nella delle valli
piacentine. Ricercato e perseguitato come disertore, ma ancor più come cristiano,
fu catturato vicino a Travo e martirizzato attorno al 303.
I suoi resti si ritrovarono ad opera di del vescovo Savino vescovo di Piacenza,
divenuto pure lui santo, ritrovamento tramandato in un alone di leggenda. Ma il
grande numero di privilegi accordati durante il Medioevo, come la fiera concessa
dallo stesso Carlomagno, confermano l'esistenza ed il culto a questo santo.
Ricognizioni delle reliquie furono compiute dai vescovi Sigifredo (verso l'anno
1000), Malabaila (1510), Bernardino Scotti (1562), Paolo Burali d'Arezzo (1569),
Claudio Rangoni (1615) e, infine, va ricordata quella accuratissima compiuta nel
1878-79 dal servo di Dio, mons. Giovanni Battista Scalabrini.
Il culto, antichissimo ed attestato già nel secolo che segue la morte del santo,
è sempre stato ed è tuttora assai vivo a Piacenza e nella diocesi di Piacenza-Bobbio
che lo han scelto come patrono assieme a s. Giustina. A lui dedicarono la prima
cattedrale, l'insigne basilica di S. Antonino, sorta nel secolo quarto e dedicata
già a San Vittore, ma rifatta poi nei secoli nono e decimo. Molte altre chiese
della diocesi di Piacenza hanno Antonino come titolare.
Nella liturgia piacentina gli sono consacrate due feste: quella principale il 4
luglio (giorno del ritrovamento dei resti del santo), col rito di prima classe nonchè
la fiera accordata da Carlomagno, e quella del 13 novembre, giorno della
invenzione delle sue reliquie, con rito di seconda classe. Nel Martirologio
Geronimiano, Antonino è festeggiato al 30 settembre, data che sembra riferirsi
alla sua nascita. Da Piacenza il culto si è diffuso in molte diocesi d'Italia e
della Gallia.
Nel giorno della festa del 4 luglio, i reggenti del comune di Piacenza e delle
parrocchie della diocesi si recano ufficialmente alla basilica di Sant'Antonino per
portare ed offrire i ceri di omaggio della città e della regione.
[ Fonti: www.santibeati.it ]
Il 4 luglio 2003 una cinquantina di parrocchiani si è recata in gita-pellegrinaggio
a Piacenza assistendo alle messe pontificali officiate da eminenti prelati in
occasione del millesettecentenario dalla morte del Santo; celebranti erano sua
Eminenza il Cardinale Poggi, sua Eminenza il Cardinale Tognini, sua Eccellenza
il Vescovo Marini e sua Eccellenza il Vescovo Munari nonchè parecchi monsignori
e parroci della diocesi di Piacenza-Bobbio.
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